La metodologia produttiva utilizzata per la produzione del Bianco mira all'immediata estrazione del succo dal frutto, in maniera che la fermentazione riguardi solo la parte liquida. Nella vinificazione in bianco sempre più frequentemente la pressatura è effettuata direttamente su uve intere, quando non precedentemente pigiate, per separare il mosto dalle parti solide, riducendo al minimo la lacerazione delle bucce. Alla pressatura segue l'allontanamento delle particelle in sospensione o fecce, e la fermentazione del mosto pulito, a una temperatura massima di 20°C. Si procede, quindi, ai travasi per il definitivo illimpidimento del vino, il quale è, a quel punto, pronto per l'imbottigliamento.
La metodologia produttiva del Rosso può essere definita come la vinificazione con la vinaccia (costituita dalle parti solide dell'uva, bucce e vinaccioli) a contatto con il mosto durante la fermentazione, per estrarre parte delle sostanze in essa contenuta. In sostanza, l'uva viene pigiata e, nella maggioranza dei casi, diraspata, quindi posta in speciali recipienti per la fase di fermentazione e macerazione. Al termine della macerazione avviene la svinatura, che permette di eliminare dalla parte liquida le vinacce, ottenendo così il vino fiore. A questo punto il vino viene sottoposto a travasi per eliminare le altre sostanze solide eventualmente precipitate, quindi viene indirizzato all'affinamento e all'invecchiamento e infine stabilizzato e imbottigliato.
La metodologia produttiva del Rosato opera una fermentazione in bianco delle uve rosse, cioè senza macerazione delle vinacce, ma con il breve contatto con le vinacce del mosto fatto fermentare in bianco, dopo averlo separato dalle vinacce. Trattandosi di un tipo di vinificazione adottata per l'ottenimento di vini fini, occorrono pigiatrici diraspatrici che lavorino l'uva con molta delicatezza; il pigiato così ottenuto viene inviato nei fermentini, dove subisce una macerazione brevissima. Al termine di queste operazioni il vino fiore viene separato dalle vinacce e sottoposto a travasi, per separare la frazione limpida dalla feccia e per eliminare le altre sostanze solide eventualmente precipitate, quindi viene stabilizzato e, infine, imbottigliato.
Il vino di Verbicaro ha ottenuto la Doc nel 1995 con D.M. 21.10.1995 pubblicato sulla GU del 21.11.1995 n. 272.
Il Verbicaro Bianco si abbina ad antipasti di pesce e di verdure, a minestre e formaggi poco stagionati; il Verbicaro Rosso, è particolarmente indicato per accompagnare carni bianche ripiene al forno, minestre molto ricche di sapore, oppure piatti di formaggi e salumi tipici della regione; il Verbicaro Rosato, si sposa con i salumi e formaggi calabresi, le carni bianche, le minestre, i molluschi.