Festività e Folklore Comune di Verbicaro

Festività e Folklore Comune di Verbicaro

Verbicaro conserva ancora oggi e per certi aspetti intatti, usanze, costumi, tradizioni, feste, che ci riportano indietro negli anni.

La Settimana Santa a Verbicaroripropone al popolo cristiano i momenti salienti della Passione del Signore. 

Durante la Settimana Santa al Calvario, da un punto sopraelevato vicino alle tre croci, si esegue il "Per tua colpa", un canto scritto a fine ottocento dall'arciprete Don Antonio Lucia. Tale canto viene intonato alle ore 22:00, dalla notte della domenica delle Palme fino al mercoledì sera, per circa un'ora e mezza, da un gruppo di soli uomini accompagnati dalle trombe.

Il coro scandisce in maniera chiara le parole e i versi ritmati in lingua di questo antico canto religioso di sei strofe, secondo uno stile poetico appartenente al XIX secolo; i cantori solennemente declamano la colpevolezza umana per le tante e crudeli pene inflitte a Cristo.

Caratteristica è la processione figurativa e drammatica del Venerdì Santo.  Questa tradizione si ripete fin dal 1751 anche se le statue dei misteri vennero  acquistate negli anni che seguirono.

La processione che ha inizio prima  dell'alba, alle ore 3.00, è ispirata alla Via Crucis e alla Passione di Gesù; si  tratta di una vera e propria rappresentazione in costume del corteo che  accompagnò Gesù fino al luogo della sua crocifissione. E' caratterizzata dalla presenza di uomini incappucciati, vestiti di bianco, fratelli della Confraternita di S.Giuseppe che fu fondata nel 1751. Il Cristo cammina al centro, interpretato da un uomo estratto a sorte tra un gruppo di candidati.

Lungo il percorso  alcuni fanciulli di sesso maschile, vestiti da angeli con tunica di raso azzurra, parrucca bionda, velo bianco e ali sulle spalle,  alternandosi, recitano dei versi, che  rievocano la Passione e preannunciano la Resurrezione. Entrano in scena già all'una di notte, dopo il rito dei battenti, nella Chiesa di S.Giuseppe.

Alle pendici del colle ha luogo la rappresentazione al  vivo dell'incontro di Gesù con la Veronica, che gli asciuga il volto intriso di sudore e di sangue, e , sulla via del calvario l'incontro di Gesù con il Cireneo che , per l'ultimo tratto, lo solleva dal peso della croce. La processione è accompagnata da canti tradizionali e da suggestive marce suonate dalla banda musicale.

Resiste al tempo la stessa tradizione dei "battenti", che fra religiosità e paganesimo, si autoflagellano ogni anno il giovedì santo, precedendo la processione della Passione di Cristo. Sono uomini vestiti di rosso, portano in testa un fazzoletto dello stesso colore e con "u cardiddu", un pezzo di sughero in cui sono conficcate delle schegge di vetro, si percuotono le gambe fino a farle sanguinare. Compiono per tre volte lo stesso giro che percorre la processione, fermandosi davanti alle chiese che incontrano; infine, vanno a lavarsi nella fontana vecchia del paese. Probabilmente tale tradizione muove le sue origini dalle antiche confraternite del medioevo, ma i "battenti" di oggi si flagellano per devozione alla Madonna Addolorata e per la morte di Cristo.

Varietà e ricchezza di ornamenti caratterizzano i costumi che si usavano indossare. A Verbicaro, il vestito delle donne, ha subito nel tempo molte variazioni riguardo al tipo di stoffa ed ai colori. La sua versione più antica, è costituita dal" cammisuotto" interamente filato e tessuto a mano, di colore rosso porpora, con gonna di panno plessata ad organetto, corpetto di velluto con le maniche attaccate da nastrini che dalla scollatura abbondante lasciava intravedere la camicia di lino finemente ricamata. Il grembiule invece era di raso scuro e pieghettato a raggiera.  Della vecchia tradizione oggi sopravvive, nell'uso comune, "u mallieddu", copricapo di seta, di colore blu a forma di una lunga e larga sciarpa con frangia, che, ripiegato sulla testa in una forma caratteristica, cade sulle spalle fino ai fianchi; una gonna di colore blu o marrone con una camicia bianca ricamata e corpetto di velluto. Il costume maschile, non più in uso da molto tempo, era costituito da un giaccone di velluto o di panno nero e da calzoni corti pure di panno nero, completato da calzettoni di lana e caratterizzato dal cappello di pelle a punta conica, ornato da un nastro. I costumi venivano confezionati da sarti locali e le stoffe di lana o di seta erano generalmente manufatti artigianali pure locali. Questi erano gli abiti di gala. Di solito vestivano con panni ruvidi di lana.

Verbicaro ha vissuto una vita comunitaria particolarmente intensa, ricca di umanità; una vita che ha avuto senso nel culto della famiglia, della religione e del lavoro, una vita che resta nel cuore anche di coloro che, nati in questo lembo di terra del Sud in Italia, rivivono il ricordo personale o il racconto tradizionale delle proprie origini, in Italia, in Europa e nelle lontane Americhe.

Il dialetto risente di derivazione da tutte le presenze straniere che si sono avvicendate nel corso dei secoli nel nostro comprensorio. Dall'incontro di queste diverse culture si è definita una propria identità culturale di cui le credenze popolari, i proverbi e mille altri usi sono un aspetto.

L'amore per le tradizioni, da parte del popolo verbicarese, è testimoniato anche dall'esistenza di un gruppo folkloristico Città di Verbicaro, il cui scopo è quello di far rivivere e tramandare, nella loro autenticità, alle nuove generazioni le musiche, i canti, le danze, i "modi di vita" della tradizione popolare verbicarese. I canti che parlano di amore, di lavoro, di sdegno, sono una testimonianza della vitalità, del sentimento, del carattere delle nostre genti, a volte aspro e duro, a volte gentile, delicato, capace di una struggente poesia.

Festa di San Giuseppe che si svolge il 19 marzo con la processione per le vie del paese;

Il 23 giugno inizia la preparazione di questa grande solennità. Da qualche anno sono presenti anche le autorità cittadine. Nella Chiesa Madre iniziano i riti religiosi. Si inizia con la "Prima Novena" quando il Sindaco accende la lampada votiva ai piedi della Vergine. La Messa solenne, si conclude con la consacrazione della città alla Patrona. In questa data, ad anni alterni, la statua viene portata in processione al Calvario. Il novenario prosegue fino al 30 giugno.

Nel pomeriggio della vigilia, il 1° luglio, la statua della Madonna viene portata in processione e attraversa la via principale fino alla Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù dove si conclude il Novenario. La sera alle 21:00 partono due cortei, il primo accompagna la statua della Madonna che rientra in Chiesa Madre, il secondo dà vita alla fiaccolata dei "zigni" che parte dalla Chiesa Madre, accompagnata dal parroco e dalla banda musicale. Molti adulti e giovani sfilano portando sulle spalle i "zigni" che vengono selezionati dagli agenti della forestale e preparati sin dagli inizi del mese di Giugno. La fiaccolata dei "zigni" si incontra a metà percorso, all'incrocio di via Roma e via XXIV Maggio, con la processione della Santa patrona di Verbicaro.

Il 2 luglio alle 8:00 iniziano le celebrazioni eucaristiche, mentre la banda musicale suona per le vie del paese. Alle 18:30, il primo cittadino, accompagnato dalla Giunta comunale, consegna le chiavi della città alla Madonna, legandole al suo braccio. Segue la Processione per le strade di Verbicaro che passa attraverso le vie coperte dall'infiorata, preparata durante la notte fino alla mattina del giorno di festa. La statua della Madonna delle Grazie è la prima a calpestare questi tappeti colorati.

Dal 2000 per questa festa si realizza l'infiorata. In tutte le vie e le piazzette del paese vengono stesi variopinti tappeti ornamentali realizzati dopo un lungo lavoro di progettazione e preparazione da parte di numerosi volontari. La Statua della Madonna delle Grazie è la prima a calpestare questi tappeti. L'infiorata prevede l'utilizzo di svariati materiali naturali e pochi fiori. Il tema varia ogni anno.

Festeggiamenti 300° anniversario dall'acquisto della Statua della Madonna delle Grazie, 1717-2017

Il fluire è scandito da una serie di appuntamenti irrinunciabili. Alle manifestazioni legate alle tradizioni religiose si affiancano una serie di iniziative:

Festa della Madonna del Carmine il 16 luglio con processione per le vie del paese, luminarie, fuochi d'artificio e festa di piazza.

Festa di San Rocco, che si festeggia in agosto, arricchita dalla presenza di numerosi emigrati che tornano nel paese da cui si sono allontanati solitamente per motivi di lavoro.

Festa di San Francesco  che si celebra la seconda domenica di settembre ed ha luogo sulla omonima collina, un suggestivo belvedere naturale a circa tre chilometri dal paese dove si trova il Santuario. La ricorrenza, che richiama la partecipazione di molta gente dei paesi limitrofi, inizialmente si configurava come la festa della vendemmia e si svolgeva la seconda domenica di ottobre.

Festa di "perciavutt", che si tiene l'8 dicembre, con visita alle cantine dette"catuvi"; con degustazioni di vari tipi di salumi e altre specialità gastronomiche verbicaresi accompagnate dal rinomato vino di Verbicaro in un clima di allegria e amicizia con canti e balli in compagnia del Gruppo Folkloristico "Città di Verbicaro".

agra della "grispedda" il 13 dicembre che ha luogo nel cuore del centro storico in una splendida cornice di canti e balli tradizionali.

Questa tipologia di manifestazioni rispecchia emblematicamente la filosofia del paese, molto legato a quelle tradizioni semplici ed aggreganti ormai in decadenza, purtroppo, nelle realtà sociali più grandi e dispersive.  

Festivals und Folklore
19/09/2018